Castel del Monte è un edificio monumentale del XIII secolo, una fortezza che sorge su una collina nel cuore delle Murge baresi del Parco Nazionale dell’Alta Murgia, a circa 16km da Andria, luogo simbolo tra i più conosciuti e visitati della Puglia.
Il castello, dalla particolare forma ottagonale, è una vera e propria corona di pietra notevolmente amata dall’imperatore Federico II di Svevia che lo fece costruire.
È un capolavoro unico, un edificio ricco di simbologia, a partire dal numero 8 che è ricorrente in tutta la struttura: la forma ottagonale è presente in tutti gli ambienti del castello, come la pianta dell’edificio stesso, del cortile e dei torrioni angolari.
Ad oggi è praticamente impossibile definire con esattezza la funzione svolta da questa fortezza. Per quanto un edificio del genere sembri dedito a funzioni militari, qui a Castel del Monte non c’è traccia di questo suo ruolo.
È una costruzione sprovvista di quegli elementi caratteristici delle strutture difensive come un fossato, le cannoniere o le caditoie; troppo sofisticata per essere una prigione e troppa piccola per ospitare la numerosa corte imperiale.
Anche lo stile si distingue fortemente dagli altri castelli realizzati sotto l’impero di Federico II, ma vista la posizione svolgeva sicuramente un ruolo di controllo per altri punti strategici nelle vicinanze.
Il numero otto si ritrova anche nel numero delle sale realizzate all’interno di ogni piano. Le stanze del piano terra, a cui si accede attraverso un passaggio che da sul cortile, non sono molto illuminate e l’unica fonte di luce viene da una piccola finestra posta in alto per motivi di sicurezza.
I portali tramite cui si accede nelle varie sale sono decorati solo nel lato frontale. Questa è una prima caratteristica che evidenzia come il castello sia un sapiente mix di usi e culture differenti.
In questo caso l’influenza è proveniente dalla tradizione araba: nella loro cultura, chi entrava nei templi si accostava a compiere un viaggio verso la purificazione.
Le varie sale sono collegate dal cortile, di forma ottagonale e circondato da una serie di pareti contenenti delle arcate cieche.
I contrasti tra le alte pareti chiare ed il colore del cielo offrono una vista davvero particolare, estremamente brillante di giorno e ben permeata di notte nell’osservazione delle stelle.
Proprio per questa sua curiosa caratteristica è molto probabile che Castel del Monte fosse utilizzato anche come osservatorio astronomico, tesi sostenuta anche dal fatto che proprio l’astronomia rappresentava una delle più grandi passioni dell’imperatore.
Anche l’interesse di Federico II per il mondo antico è ben evidente nel cortile di Castel del Monte per la presenza di due reperti scultorei: il primo è un rilievo raffigurante un cavaliere, che molti studiosi identificano con lo stesso imperatore, mentre l’altro è un bassorilievo di stampo ellenistico raffigurante un corteo o una scena di caccia.
Secondo la tradizione, proprio all’interno del cortile era presente una vasca ottagonale con giochi d’acqua, tipici della tradizione araba a cui lui si ispirava, anche se durante i lavori di restauro eseguiti nei secoli successivi non se n’è trovata traccia.
Castel del Monte era un luogo dove Federico II soggiornava spesso durante i suoi viaggi in Puglia, spostamenti che non si limitavano solo alla sua attività di sovrano ma che prevedevano per l’imperatore anche lunghi momenti di svago.
La località in cui sorge si chiamava precedentemente Santa Maria del Monte e se ne trova traccia in una lettera inviata nel 1240 da Federico II, in cui parla di materiale da costruzione per i lavori di copertura da eseguire per il “castro di Sanctam Mariam de Monte”.
Per salire al secondo piano del castello si usano una serie di scale a chiocciola inserite in altrettante torri, che svolgono differenti funzioni. Alcune erano dedicate alla raccolta delle acque piovane, in parte convogliate verso la cisterna scavata nella roccia sotto il cortile centrale, altre invece svolgevano un altro tipo di servizio.
Si racconta infatti che Federico II fosse particolarmente dedito alla pulizia e all’igiene personale, per cui fa costruire all’interno di alcune torri una serie di bagni dotati di latrine e lavabi, a cui veniva affiancato un piccolo ambiente utilizzato come serbatoio o come luogo destinato ad accogliere vasche per abluzioni.
Lo stesso imperatore amava trascorrere le sue domeniche facendo lunghi bagni, scatenando l’ira di un Papa già ben poco predisposto nei suoi confronti, che invece individuava nella domenica un giorno di totale preghiera.
Il piano superiore del castello ripete la stessa struttura del piano terra, però con importanti variazioni. Le finestre non sono più alte e piccole, ma ci sono ampie bifore che permettono grande luminosità e la possibilità di ammirare il panorama circostante.
Le sale del piano superiore sono anche più rifinite dal punto di vista decorativo, più raffinato e ricercato. Le pareti, originariamente, erano rivestite di lastre di porfido, un marmo di colore rosso, una tonalità non casuale in quanto il rosso era considerato il colore imperiale.
Salendo dalla cosiddetta “torre dei telamoni”, chiamata così per la presenza di sei telamoni che sostengono la volta ad ombrello, si raggiunge il primo ambiente conosciuto come “sala del trono”. Non tutte le sale sono raggiungibili tramite le torri.
Una sala in particolare, la settima, presenta al suo interno una finestra più grande rispetto alle altre per garantire una maggiore luminosità, essendo esposta a nord e quindi meno favorita dalla luce del sole. Gli ambienti svolgevano varie funzioni, sia di accoglienza, sia come stanze da letto e sia di ristoro.
In cinque delle sale di tutto il castello sono presenti anche dei camini, che venivano usati non solo per riscaldare l’ambiente nelle giornate più fredde, ma anche per cucinare e per far evaporare sostanze profumate così da deodorare le varie sale.
Quella di Castel del Monte è una storia che incontra la vita e le gesta di un personaggio, Federico II appunto, così importante e fondamentale per questa terra, un castello che fa parte di una rete castellare pugliese molto più ampia che ha fatto da sfondo alle sue vicende umane e storiche.
Oggi abbiamo la fortuna di poter ammirare qualcosa di assolutamente originale ed importante dal punto di vista storico, una testimonianza eccezionale che non riflette l’immagine angusta e cupa che abbiamo noi del medioevo, ma un complesso che guarda con curiosità alle contaminazioni di altre culture e del mondo antico, creando un esempio unico al mondo assolutamente imperdibile.
Nel tempo poi, il maniero è stato utilizzato come prigione e come residenza ducale dai signori che si sono succeduti, ma anche come rifugio di pastori e briganti.
Nel 1876 fu acquistato dallo Stato Italiano e sottoposto a restauri; dal 1996 fa parte dei patrimoni dell’Umanità dell’UNESCO.
Il misterioso ed iconico castello pugliese è raffigurato sulla faccia italiana della moneta da 1 centesimo di Euro ed usato come suggestivo set cinematografico nelle scene di alcuni film e riprese televisive, tra cui “Il racconto dei racconti” di Matteo Garrone (vincitore di sette David di Donatello) e “Wonder Woman” di Patty Jenkins per la Warner Bros.