Otranto, in provincia di Lecce, è la città più orientale d’Italia, il borgo che prima degli altri vede il sole tutte le mattine.
Chiamata anche “Porta d’Oriente”, Otranto è da sempre un ponte naturale tra Oriente ed Occidente, un crocevia di popoli e di culture diverse. Per questo nel 2010 il borgo è stato riconosciuto Patrimonio Culturale dell’Unesco quale Sito Messaggero di Pace.
La parte più affascinante di Otranto, e sicuramente la meglio conservata, si trova racchiusa all’interno del borgo antico tra mura difensive e per accedere al suo interno bisogna oltrepassare la Porta Alfonsina.
Una volta attraversata, si ha l’impressione di essere riportati indietro nel tempo: camminare per i vicoli lastricati in pietra viva della città permette di respirare ancora le differenti culture che nel corso dei secoli l’hanno abitata: bizantina, gotica, normanna, sveva, angioina ed infine aragonese.
Cosa vedere a Otranto
La Cattedrale fu fondata in età romanica e rappresenta in maniera eccezionale la storia e l’anima del popolo otrantino, poi ricostruita dopo l’assedio turco: nel 1480 sbarcarono qui diciottomila uomini al seguito di Maometto II con l’intenzione di sottomettere tutto il vecchio continente.
La facciata originariamente era priva di decorazioni, oggi invece fanno bella mostra delle aggiunte barocche che sovrastano il portale ed il rosone risalenti alla fine del ’400.
Il pavimento della cattedrale è interamente ricoperto da uno straordinario mosaico, l’unico completamente conservato in Puglia, che nelle sue raffigurazioni fortemente allegoriche (un Albero della Vita sorretto da due elefanti) rappresenta una originale sintesi fra cultura occidentale ed orientale.
Probabilmente opera del prete locale Pantaleone, questo particolare mosaico è l’unico esemplare attualmente esistente nel suo genere in Terra d’Otranto.
La Cripta della Cattedrale di Otranto ha tre absidi e cinque navate; il pavimento dell’abside è sostenuto da 68 colonne di marmo che si presume appartenessero ad un tempio precristiano.
Nella navata di destra, dietro un cancello di ferro battuto con fregi in ottone, c’è la Cappella Palatina dove all’interno sono custoditi i resti degli 800 Martiri.
Il Castello Aragonese è stato ricostruito dopo il 1481 come fortificazione costiera a pianta pentagonale con tre imponenti torri a base circolare. Nel ’500 è stato aggiunto un massiccio bastione che si spinge fin quasi al porto. Circondato da ampi fossati, sull’ingresso del castello domina lo stemma di Carlo V.
Su questo maestoso castello si raccontano diverse leggende che narrano di passaggi segreti e di fantasmi, basta infatti visitare le sue sale (anche durante i numerosi eventi che si tengono al suo interno) per respirare un’atmosfera magica e spettrale che sembra riportare indietro nel tempo.
Alla cittadina salentina ed al suo castello è dedicato il romanzo gotico “Il castello di Otranto” dello scrittore inglese Horace Walpole.
L’edicola bizantina di San Pietro si trova in una chiesa costruita tra il V ed il VII secolo, secondo la leggenda da un ricco otrantino che donò la sua casa per trasformarla in chiesa, convertitosi dopo aver ospitato San Paolo a Otranto in sosta nel suo viaggio verso Roma.
Di grande particolarità sono gli affreschi che ne ricoprono completamente gli interni, grazie anche alla caratteristica luce che entra in questa bellissima costruzione in stile bizantino.
Su un’altura chiamata Colle della Minerva (luogo del martirio degli ottocento otrantini) si trova il Santuario di Santa Maria dei Martiri, chiesa dedicata a San Francesco di Paola ed ex convento dei paolotti, costruito da Alfonso II d’Aragona nel 1481 in ricordo del massacro e riedificato nel 1614.
A poca distanza dal Colle della Minerva si trova quel che rimane della Torre del Serpe, rappresentata anche nello stemma cittadino di Otranto, una delle tantissime torri costiere del Salento costruite con funzioni di vedetta per le continue incursioni di pirati, Saraceni ed altri nemici.
Molte altre di queste torri e masserie avevano anche scopi difensivi dagli attacchi dal mare, a cui era continuamente soggetta la costa del Salento; tantissime di queste, ancora oggi, sono pregevoli testimonianze architettoniche che caratterizzano la costa salentina sia sulla sponda adriatica che su quella ionica.
Cosa vedere vicino Otranto
I territori interni nelle vicinanze di Otranto invece sono tutti da scoprire, a cavallo, in bicicletta o semplicemente a piedi è possibile raggiungere le zone più selvagge della regione. A pochi chilometri dal centro è possibile infatti esplorare gioielli del paesaggio naturalistico.
Non si può non restare affascinati dalla Cava di Bauxite che offre allo sguardo un’incantevole, inaspettata esplosione di colori dai toni caldi. È formata da rosse colline dalle mille venature che danno vita a uno splendido gioco di luci e di ombre.
La cava di bauxite è un luogo particolare di Otranto che si raggiunge facilmente anche a piedi in una mezz’oretta di cammino, perchè si trova a non più di tre km dal centro del borgo.
Abbandonato lo sfruttamento minerario della bauxite da cui si ricava l’alluminio, tutto il sistema di archeologia industriale della parte estrattiva ha creato uno speciale ecosistema: all’interno del laghetto verde smeraldo c’è la cannuccia di palude e la profondità centrale permette la vita a tutta una serie di animali acquatici; qui si fermano anche dei rapaci e degli uccelli che attaccano gli specchi d’acqua. È un ecosistema perfettamente integrato nella natura.
Da qui si può procedere a piedi verso l’incantevole Baia dell’Orte, dove si snoda una costa mozzafiato, che si erge maestosa sopra un paesaggio roccioso adornato da arbusti e piante tipiche del Mediterraneo, fra torri di avvistamento in rovina e casematte.
Il monastero di San Nicola di Casole, situato nelle campagne poco all’interno, rappresenta una tappa obbligata per chi visita questa zona ricca di storia e cultura. Fondato nel 1098 da Boemondo I d’Antiochia, il monastero ospitò per secoli le preghiere silenziose dei monaci basiliani e i loro preziosi manoscritti con una delle biblioteche più ricche d’Europa.
Questo gioiello di arte e sapienza andò distrutto nel 1480, quando in seguito alla Battaglia di Otranto i Turchi invasori saccheggiarono l’abbazia e distrussero quasi tutta la preziosa biblioteca, lasciando solo ruderi su cui aleggia ancora un alone di mistero e solennità, ma allo stesso tempo testimonia la meraviglia di un’epoca lontana e la ricchezza di una civiltà e di una cultura ormai scomparse.
A pochissima distanza si intravede un altro luogo da non perdere in quest’area di Salento adriatico, il Faro di Punta Palascìa, costruito nel 1867 nel punto più orientale d’Italia.
È uno dei cinque principali fari del Mediterraneo, meta di tantissimi turisti che possono scattare fotografie mozzafiato in un paesaggio fantastico, dove spesso si possono ammirare anche le imponenti montagne albanesi sulla riviera dell’altra sponda del Mar Adriatico.
È consuetudine locale ormai da diversi anni, recarsi in questo posto la notte del 31 dicembre per aspettare la prima alba in Italia del nuovo anno ai piedi del faro.
Continuando a seguire la costa, si trova la meravigliosa Torre Sant’Emiliano, un altro gioiello costiero del Salento. Costruita nel lontano XVI secolo, durante l’epoca del regno di Carlo V, la torre era un baluardo di difesa, come le sue controparti costiere.
Il suo fascino va ben oltre la sua funzione originale, poiché oggi rappresenta un simbolo di storia e bellezza, un punto di riferimento che guida gli occhi dei visitatori verso l’orizzonte sconfinato del mare.
Proseguendo verso sud su una delle litoranee più belle d’Italia, che ricade all’interno del “Parco Naturale Regionale Costa Otranto-Santa Maria di Leuca e Bosco di Tricase”, si incontra la bellissima baia di Porto Badisco con la sua spiaggetta. Questo, secondo Virgilio, sarebbe stato il luogo di approdo di Enea fuggito dalla distruzione di Troia.
Oltre ad una delle spiagge più belle, tranquille ed incontaminate del Salento, a Porto Badisco si trova la celebre Grotta dei Cervi, un tesoro di epoca neolitica ancora quasi inaccessibile per tutelarne il grande patrimonio artistico-archeologico.
Si tratta di una grotta con un grandioso numero di pitture rupestri (oltre tremila figure) di un periodo compreso fra il 4000 ed il 2000 a.C. con scene di caccia, animali, figure umane, eccetera, in quello che all’epoca doveva essere un santuario dove si celebravano i riti della caccia delle tribù della regione.
Pochi chilometri a nord di Otranto invece la zona della costa è ricca di falesie scenografiche che si stagliano fra il mare azzurro e cristallino del Salento.
Tra queste si trova la spiaggia di Baia dei Turchi, che deve il suo nome alla tradizione secondo la quale qui approdarono gli ottomani che presero d’assedio Otranto.
A ridosso della costa, in un’oasi protetta, ci sono i Laghi Alimini, due laghi salmastri in un ambiente naturale selvaggio e incontaminato che formano un ricchissimo ecosistema con specie vegetali particolarmente interessanti e la presenza costante di uccelli migratori.
Quello degli Alimini è un territorio tutto da scoprire, in bicicletta o cavallo, oppure in canoa nella parte marina, dove la magnifica spiaggia nei periodi di bassa stagione fa quasi dimenticare di essere in uno dei luoghi di vacanza più turistici in Italia.
I paesini dell’entroterra che si trovano a qualche chilometro di distanza hanno tutti un ricchissimo patrimonio storico ed architettonico, costituito da chiese, palazzi baronali ed altre antiche testimonianze tra cui spiccano i tanti dolmen e menhir.
A Giurdignano puoi visitare la Cripta Basiliana di San Salvatore, dell’VIII secolo e ricca di affreschi bizantini, e la Cripta di San Paolo, anch’essa di probabile origine bizantina con un menhir collocato sullo sperone roccioso della cripta.