Situata strategicamente nel cuore pulsante del Mar Mediterraneo, quando questo vasto mare abbracciava in sé l’intero globo conosciuto, la Puglia è stata costantemente al bersaglio delle ambizioni dei popoli che si contendevano il dominio dell’Europa.
Nel corso della sua storia ha visto l’ascesa e la caduta di numerose potenze: imperatori Romani, sovrani Bizantini, regnanti Svevi, nobili Angioini e Aragonesi si sono succeduti sul trono di queste terre, lasciando un’impronta significativa e plasmando il carattere unico di questo territorio che ha assaporato il dominio di ogni epoca.
Dopo essere stata inclusa all’interno dell’Italia unita nel 1861, la Puglia ha dovuto affrontare le ferite profonde inflitte dalle guerre mondiali, ma consapevole del proprio patrimonio storico intriso di avvenimenti cruciali, si proietta coraggiosamente verso un futuro promettente.
La Puglia nella Preistoria
Le radici dell’insediamento umano nella regione della Puglia affondano nel tempo, risalendo a un lontano passato di almeno 250mila anni fa. Questa antica testimonianza è rappresentata dai resti fossili dell'”uomo di Altamura”, una forma arcaica di Homo neanderthalensis.
Studi recenti e approfondite ricerche hanno rivelato che il Salento, in particolare, era abitato già nel Paleolitico medio, circa 80.000 anni fa. All’interno delle numerose grotte naturali, formate dalla caratteristica natura calcarea del territorio, sono stati scoperti utensili di selce utilizzati dai nostri lontani antenati.
Un importante ritrovamento archeologico riguarda le suggestive statue ossee rinvenute nella Grotta delle Veneri presso Parabita, che ci testimoniano l’esistenza di culti legati alla fertilità risalenti a ben 20.000 anni fa.
La storia dei primi abitanti della Puglia ci regala un’altra preziosa testimonianza: il ritrovamento di un antico scheletro femminile, risalente a circa 25.000 anni fa, nella zona di Ostuni. Ciò che rende questo reperto straordinario è il fatto che la donna conservava nel suo grembo i resti di un feto in fase avanzata di sviluppo, facendo di lei la madre più antica mai documentata nella storia dell’umanità.
In Puglia sono presenti numerosi graffiti di grande valore storico, come quelli trovati nella Grotta Romanelli a Castro e nella Grotta dei Cervi a Porto Badisco. Recentemente gli scavi condotti a Roca Vecchia hanno rivelato un imponente sistema di fortificazioni risalenti all’età del bronzo, tra il XV e l’XI secolo a.C.
Nella stessa zona si trova un altro sito archeologico di grande importanza: la grotta della Posia piccola, scoperta dagli archeologi nel 1983. Questa grotta, con una superficie di 600 mq, presenta numerose iscrizioni votive sovrapposte, appartenenti a epoche e civiltà diverse, che risalgono dall’VIII al II secolo a.C.
La Puglia vanta anche altre testimonianze ancestrali di rilievo, come le costruzioni megalitiche, particolarmente presenti nel Salento, tra cui dolmen, menhir e specchie. Nel corso dei secoli molte di queste strutture furono adattate per il culto cristiano, testimoniando l’evoluzione delle credenze religiose nel tempo.
La Puglia prima dei Romani
Nel corso del primo millennio a.C. si stabilirono in Puglia diverse popolazioni, tra cui gli Iapigi con le tribù dei Dauni, dei Peucezi e dei Messapi. Nel Salento si insediarono anche i Calabri e i Sallentini. Successivamente, durante l’epoca ellenica, furono fondate numerose colonie magnogreche, soprattutto nella parte meridionale della regione. Tra queste, la città di Taras (Taranto) ebbe un’importanza particolare e fu fondata dai coloni spartani.
I Dauni svilupparono una cultura distintiva, mantenendo al contempo contatti con altre popolazioni vicine, sia di origine greca che autoctone. Nonostante questi contatti, i Dauni preservarono una forte identità culturale indipendente.
I Peuceti abitavano la parte centrale dell’Apulia, corrispondente all’attuale provincia di Bari. In quel periodo la città di Bari era ancora un centro minore, in contrasto con le fiorenti città di Canosa, Silvium (l’attuale Gravina in Puglia), Ruvo di Puglia, Bitonto, Azetium (l’attuale Rutigliano), Norba e Trani. Queste città erano centri di grande importanza economica e culturale nella regione pugliese.
La penisola salentina, conosciuta dagli antichi greci come Messapia, era abitata dalle popolazioni dei Messapi, dei Calabri e dei Sallentini. Questa regione aveva una dodecapoli messapica, anche se in realtà erano presenti almeno 13 città principali: Alytia (Alezio), Ozan (Ugento), Brention/Brentesion (Brindisi), Hyretum/Veretum (Vereto presso l’attuale Patù), Hodrum/Idruntum (Otranto), Kaìlia (Ceglie Messapica), Manduria, Mesania (Mesagne), Neriton (Nardò), Orra (Oria), Cavallino, Thuria Sallentina (Roca Vecchia) e sul limite settentrionale della penisola l’importante città di Egnazia.
La fondazione di Taras, un porto di grande importanza nella Magna Grecia, è tradizionalmente datata al 706 a.C. Gli Spartani trasferirono alcuni coloni in questa zona per espandersi o per motivi commerciali. La colonia tarantina di Taras ebbe rapporti conflittuali duraturi con le popolazioni messapiche.
La Puglia in epoca Romana
La Puglia fu conquistata dai Romani tra il IV e il III secolo a.C. attraverso le guerre contro i Sanniti e Pirro, re dell’Epiro. I Romani si resero conto presto dell’importanza strategica del territorio pugliese grazie al porto di Brindisi, porta d’ingresso per la conquista dei Balcani e della Grecia.
Sotto l’Impero romano fu costruita la via Traiana che univa Benevento a Brindisi, attraversando l’antica Herdonia, a sud-ovest dell’attuale Ordona in provincia di Foggia. Bari ottenne lo status di “municipium” godendo di autonomia legislativa pur dipendendo da Roma, mentre Taranto, città di origine fieramente greca, resistette alle mire espansionistiche alleandosi con Pirro che però fu sconfitto a Maleventum nel 272 a.C., quando anche Taranto cadde.
Brindisi divenne un importante porto commerciale per l’Oriente grazie alla via Appia, che giungeva fino a moli del suo porto. Lecce assunse il nome di “Lupiae” dopo la conquista tra il 269 e il 267 a.C. fiorendo sotto Marco Aurelio.
Durante il periodo di dominazione romana furono realizzate importanti infrastrutture stradali e opere pubbliche che permisero un notevole sviluppo dei commerci e dei collegamenti. Una delle più significative vie di comunicazione costruite fu la Via Appia, che collegava Taranto a Brindisi passando per Oria.
Un tratto particolarmente importante di questa arteria, conosciuta come la Regina Viarum, era quello terminale situato di fronte al porto di Brindisi, ancora oggi evidenziato dalle maestose rovine di due antiche colonne, a testimonianza dell’originaria monumentalità di questo tratto dell’importante strada romana.
Bizantini, Longobardi e Normanni in Puglia
Dopo la caduta dell’Impero Romano d’Occidente, anche la Puglia attraversò un periodo di crisi, con l’alternarsi di diversi popoli quali Eruli e Ostrogoti. Dal VI al XI secolo la regione fece parte dell’Impero Bizantino, che divise il territorio in tre themi: Calabria, Lucania e Langobardia.
In particolare, l’odierno Salento entrò a far parte del thema di Langobardia. L’Impero bizantino favorì la colonizzazione dell’area con popolazioni grecofone, come testimoniato dalla minoranza linguistica della Grecìa Salentina.
Nel frattempo la Daunia, rinominata Capitanata per la presenza costante del funzionario bizantino che amministrava il territorio, il catapano, vide la creazione di una cinta difensiva lungo gli Appennini da parte di Basilio Boiannes, per contrastare le invasioni. Maggior stabilità portò allo sviluppo dei commerci, specialmente nelle città costiere che incrementarono gli scambi con Venezia.
In questo periodo Bari divenne il principale centro della regione e l’Impero bizantino gettò così le basi per il successivo rilancio economico e culturale della Puglia.
Nel 1071 giunse al termine il dominio Bizantino sulla Puglia. Roberto il Guiscardo, capo dei Normanni, ebbe infatti la meglio e diede avvio al periodo di dominazione Normanna. Taranto divenne allora la capitale del principato omonimo, esteso su tutta la Terra d’Otranto.
Emersero nuovi centri nella Capitanata accanto a Lucera, fondati dopo l’anno 1000 in seguito alla conquista normanna, come San Severo e Foggia. Quest’ultima visse una prima fase di sviluppo economico e sociale a partire dall’XI-XII secolo, grazie alle operazioni di bonifica delle paludi nel suo agro che ne permise la crescita. Il cambio di potere portò un rinnovamento politico ed economico del territorio pugliese.
Sia con i Normanni che con gli Svevi, ma in particolare sotto Federico II, la Puglia conobbe un grande sviluppo sia economico che culturale. Risalgono a quel periodo importanti realizzazioni architettoniche civili e religiose, tra cui spicca Castel del Monte vicino Andria. Foggia in quel tempo divenne una delle residenze preferite dell’imperatore Svevo.
Tra il 1282 e il 1442 la regione fu parte del Regno di Napoli prima sotto gli Angioini, poi gli Aragonesi e in seguito gli Spagnoli. A partire da allora iniziò l’affermarsi del potere dei latifondisti sul territorio, segnando l’avvio di una nuova fase storica per la Puglia che perdurò nei secoli successivi.
Dopo diversi cambiamenti dinastici, nel 1734 la Puglia passò con la battaglia di Bitonto, insieme al resto del Regno di Sicilia, dalla casata austriaca degli Asburgo a quella borbonica, segnando l’indipendenza del Regno. La regione visse un periodo di grande sviluppo economico e commerciale.
Tra il 1806 e il 1815 ci fu il dominio francese che promosse la modernizzazione con l’abolizione del feudalesimo e riforme giudiziarie. Ristabilito il potere borbonico nacque quindi il Regno delle Due Sicilie.
Nel 1860 con la spedizione di Garibaldi la Puglia fu annessa al nascente Regno d’Italia, ponendo fine a secoli di dominazioni straniere. Questi cambiamenti portarono progressi e trasformazioni nella società e nell’economia locale.
La Puglia nel Novecento
Con il governo Giolitti venne realizzato l’Acquedotto Pugliese, il più grande d’Europa, che risolse il problema idrico della regione sebbene i lavori si conclusero solo nel 1939.
Durante la Grande Guerra Brindisi ebbe un ruolo strategico grazie al suo porto, mentre a Taranto l’Arsenale Militare e le industrie meccaniche lavorarono a pieno ritmo. Con la crisi del latifondo decaddero anche le tantissime ed antiche masserie pugliesi.
Nel ventennio fascista furono istituite le province di Taranto (1923) e Brindisi (1927). Nonostante la caduta del regime, in Puglia furono realizzate opere come insediamenti rurali, scuole, palazzi ed infrastrutture come il porto di Bari e la Fiera del Levante. Questo portò ad uno sviluppo economico e dei collegamenti, seppur in un contesto politico dittatoriale.
Durante il secondo conflitto mondiale Taranto fu teatro del noto bombardamento navale britannico, conosciuto come “notte di Taranto”. Dopo la caduta di Mussolini e l’armistizio, la famiglia reale e il governo Badoglio si trasferirono a Brindisi, che divenne così capitale del Regno d’Italia dal 10 settembre 1943 al 11 febbraio 1944.
Foggia subì pesanti bombardamenti alleati nel 1943 che causarono oltre 20000 vittime. Occupata dagli anglo-americani nell’ottobre dello stesso anno, la città divenne un importante punto d’appoggio per le operazioni nell’Adriatico. Ricostruita dopo la guerra secondo i dettami post-fascisti, Foggia conobbe uno sviluppo economico e urbano grazie alle bonifiche del Tavoliere. Il difficile dopoguerra vide da un lato la rinascita della lotta contadina, dall’altro un’intensa emigrazione verso il Nord industriale.
Negli anni Sessanta la regione conobbe un forte sviluppo industriale. A Brindisi venne realizzato un importante polo petrolchimico che diede impulso all’occupazione insieme alle attività meccaniche e aeronavali già esistenti. A Taranto nel 1965 sorse il IV Centro Siderurgico Italsider, uno dei maggiori complessi europei di lavorazione dell’acciaio, divenuto poi ILVA.
Anche il Salento registrò una crescita economica grazie alle piccole e medie imprese, la Puglia divenne così la regione più ricca e industrializzata del Mezzogiorno, acquisendo il soprannome di “California del Sud”.
Ancora oggi la Puglia riveste un ruolo di primo piano nel panorama agricolo italiano. Negli ultimi decenni l’economia regionale ha puntato in modo crescente sullo sfruttamento e la valorizzazione delle specificità territoriali ai fini turistici, riconoscendo le forti potenzialità del settore. Questo ha permesso di diversificare le fonti di reddito, affiancando all’agricoltura una nuova vocazione legata alla promozione delle bellezze paesaggistiche, artistiche e culturali di questa fantastica regione.